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Il Rassemblement national stravince. Macron convoca le urne. Dopo le proiezioni sui risultati elettorali, che mostrano i lepeniani al 32% contro il 15% di Renaissance, la coalizione del presidente, Macron scioglie l’Assemblée e dispone un voto anticipato per il 30 giugno e il 7 luglio. L’idea è di non candidare esponenti della maggioranza nei collegi in cui si presentino deputati uscenti del «campo repubblicano». «Siamo pronti a esercitare il potere», ha subito detto Marine Le Pen. Molti francesi, su invito degli ecologisti e delle sinistre, sono scesi in piazza a Parigi contro lo scioglimento della Camera bassa.
Macron: «La Francia ha bisogno di una maggioranza chiara»
«Questa decisione è grave», ha detto il presidente: «È soprattutto un atto di fiducia», ha aggiunto. «Vale di più di qualunque patteggiamento, di tutte le soluzioni precarie» Il presidente ha aggiunto di avere «fiducia nella Francia, per disegnare il futuro e non ritirarsi. Ho ascoltato il vostro messaggio e non lo lascerò senza risposta. In questo momento di verità democratica, e nonostante sia l’unico responsabile politico a non avere scadenze elettorali personali, so di poter contare su di voi. La Francia ha bisogno di una maggioranza chiara, nella serenità e nella concordia. Essere francesi significa, in fondo, scegliere di scrivere la storia piuttosto che subirla»
«Non è un buon risultato per l’Europa»
Macron ha inoltre detto che «il principale insegnamento è chiaro: non è un buon risultato per i partiti che difendono l’Europa». «In Francia – ha spiegato – i rappresentanti dell’estrema destra raggiungono il 40% dei risultati espressi. È una situazione alla quale non posso rassegnarmi». L’idea del presidente, secondo il ministro dell’Europa e degli Affari esteri, Stéphane Séjourné, è quella di non presentare candidati nei collegi in cui si ripresentino deputati uscenti del «campo repubblicano», per creare di fatto un’ampia coalizione e isolare i radicali.
I macroniani si fermano al 15%
Le proiezioni Ipsos dell’1 del 10 giugno sulle elezioni europee in Francia, indicano il partito di Marine Le Pen affidato per queste europee a Jordan Bardella, primo con il 31,5% e 30 seggi su 81. Avrebbe preso più del doppio dei voti di Besoin d’Europe, guidata da Valérie Hayer, che è accreditata con il 14,5% e 13 seggi. I dati dello spoglio – relativi all’93,2% degli aventi diritto: mancano molti voti di Parigi – mostrano Rn al 32,8%, e Besoin d’Europe al 14,4%. Le differenze con il voto del 2019 sono importanti: cinque anni fa il Rassemblement national, guidato dall’allora 23enne Bardella, aveva ottenuto il 23,3% dei voti, mentre i macroniani erano secondi con il 22,5%.
Bardella: Macron rinunci alla deindicizzazione delle pensioni
Bardella ha quindi immediatamente chiesto nuove elezioni legislative. «Il presidente della Repubblica non può restare sordo – ha detto Bardella – Deve rinunciare all’agenda che vuole attuare, come la deindicizzazione delle pensioni. Emmanuel Macron è un presidente indebolito. È limitato nei suoi mezzi di azione al Parlamento europeo. Il presidente della Repubblica deve decidere di rimettersi alle istituzioni. Gli domandiamo di organizzare nuove elezioni legislative».
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